Solo in parte però, perché in realtà nelle canzoni di Joy Deyo, singer songwriter del quartetto, c'è una dose preponderante di introspezione che nel pop come atteggiamento trova soprattutto un vettore in grado di far sembrare facile e melodico ciò che in realtà non lo è.
Troverete in rete diverse recensioni che azzardano i Sweet Nobody un po' come degli Alvvays trasportati dal Canada alla scintillante West Coast. Non è del tutto così, per quanto una certa propensione a mettere insieme scampanellii jangly, morbidi muri di chitarre e linee apertamente cantabili, in comune ci sia (Five Star Diary e Young In Love fanno perfettamente centro in questo senso), però la band californiana sembra persino tentare di dipingere un numero maggiore di sfumature, spostandosi con nonchalance dal bubblegum pop alla psichedelia (Little Ghost) e al post rock spigoloso alla J&MC di White Lies. E finendo per non convincere ovunque.
Resta il fatto che i pezzi di We're Trying Our Best soprattutto quando innestano la marcia jangle pop lo fanno alla loro maniera - decisamente personale - e funzionano davvero sempre.
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