Capita a volte che una canzone sia talmente bella, emozionante e complessa che ogni tentativo di definizione per parole ed etichette sia del tutto inutile e superfluo. E' il caso di All Hai Zebulon!, il favoloso, adorabile, gentilmente spacca-cuore, dolcissimo e cattivissimo pezzo che apre il primo EP di questa band di Bristol dallo stravagante nome Hamburger. Capita meno spesso che la suddetta canzone sia seguita da altre cinque di pari potenza, ed è il motivo per cui Teenage Terrified mi ha letteralmente steso già al primo ascolto come pochi altri dischi quest'anno.
Il sestetto fondato dai chitarristi Feargal Kilkenny e Tom Kelly in effetti della stravaganza fa una forma d'arte, che si esprime prima di tutto nelle liriche "su alieni tristi e umani tristi" che impreziosiscono ogni episodio, e poi soprattutto in un approccio che è programmaticamente e onestamente "fuori": dai generi, dalle mode, dai clichés, dall'esigenza di dare un nitore formale a una musica che è già luminosissima e perfetta nella sua artigianale essenziale imperfezione.
Se c'è un filo rosso che lega insieme i 6 pezzi di Teenage Terrified, è la loro sincera e deflagrante immediatezza, che sembra sempre partire da un confortevole, morbido e intimista milieu folk per muovere con costante e delicata determinazione verso un guitar pop velatamente inquieto che - per molti molti motivi - ricorda da vicino mostri sacri come i Grandaddy e gli Sparklehorse, ma cammina agevolmente di fianco a band di oggi che amiamo come i Martha o i Beths.
Poche band possono suonare così dannatamente convincenti cantando versi come "It's no good i'm fucking miserabile" (in un pezzo che si intitola niente di meno che Supersad), proprio perché gli Hamburger lo fanno con una limpidezza di sguardo, di suono, di scrittura che, a mio parere, ha del miracoloso.
Probabilmente la più bella e inaspettata scoperta del 2020.
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