Nella storia del rock i Teenage Fanclub sono stati un fondamentale anello di trasmissione fra i '60 dei Byrds, i '70 dei Big Star e dei T Rex, gli '80 dei Pixies e tutto l'indie che è venuto dopo di loro. In fondo alla catena oggi ci sono (per fortuna) band come i Supercrush, che portano avanti l'arte dei maestri con una freschezza ben più entusiastica ed attuale che realmente retrospettiva.
Mark Palm, il signor Supercrush, ha alle spalle una carriera piuttosto eclettica in diversi gruppi della West Coast, e fino a SODO Pop il suo era un progetto laterale cui dedicava giusto qualche singolo ogni tanto (sono raccolti in Never Let You Drift Away, uscito nel '19). Spostato finalmente il focus sul suo coté power pop, Palm ha dato vita ad uno degli album più luminosamente energetici dell'anno, dedicandoci tempo, forze e financo una produzione di scintillante finezza.
I dieci pezzi del disco - con l'ago della bussola ben puntato verso un territorio a metà tra Bandwagonesque dei Teenage e le cose più melodiche dei Dinosaur Jr - sono una consapevole celebrazione del guitar pop più fragoroso e al contempo colorato e cantabile, pieno di elettricità gentile, ritornelli memorabili e arrangiamenti di nostalgica classe. Un nineties indie non rivissuto come omaggio intellettuale ma vissuto in diretta, con quella spontanea sfrontatezza che a Mark Palm non sembra davvero mancare.
Una delle più belle sorprese dell'anno.
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