Ho ascoltato almeno una ventina tra album ed EP nelle ultime settimane e davvero non ne ho trovati molti di cui valesse la pena parlare. Fa eccezione solo l'album dei canadesi Brunch Club, che già dalla copertina - che ricorda una fanzine indie pop dei tempi d'oro dell'indie pop (e delle fanzine) - sembra alludere a tutto un mondo twee che ovviamente ci strappa subito un sorriso preventivo.
Il terzetto di Edmonton, guidato da Ellen Reade, sfodera qui otto pezzi di piacevole freschezza uptempo, spontanei e sintetici, rotondi e cantilenanti, frizzanti di chitarre jangly e qua e là leggermente più ruvidi, nostalgici dell'artigianato punk pop dell'era C86.
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