Michelle Dzgoeva e i suoi tre compagni suonano un jangly pop che è sempre luminoso e delicato: nelle morbide trame delle chitarre e nei ritmi, nella voce misurata e quasi timida e nell'ariosa leggerezza dei ritornelli. La stessa formula che è stata di una delle più grandi band indie pop svedesi dei Novanta, quei Popsicle che forse qualcuno di voi ricorderà.
Ma il filo di cui parlavamo in realtà c'è: nel titolo stesso dell'album (I Hope That No One Sees Me è un'affermazione ironicamente impegnativa) e in alcuni episodi (Only You Know How e Week) che si increspano di più su ritmi uptempo.
Solo otto pezzi, ma è uno dei dischi più interessanti usciti quest'anno.
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