Ci sono parecchie cose in comune tra gli Hundredth Anniversary e i ben più celebri Fear Of Men. Innanzitutto la formazione a tre con una cantante femminile, senza dimenticare che entrambi i gruppi sono stanziati a Brighton. Ma non è tutto qui. C'è, nelle canzoni di Sea State Pictures, primo vero album della band dopo una serie di EP, la stessa vena dolceamara, eterea ed inquietante che anima lo stile della band di Jess Weiss. Una sintonia di toni che fa forza su un equilibrato mix di rigore formale e delicatezza melodica, che nella proposta di Eleanor, Dem e Chris ha acquisito con il tempo indubbie capacità di strutturazione dei pezzi e che, a differenza dei concittadini, non insiste sul lato algido e mesmerico ma va sempre alla ricerca del crescendo emotivo.
Già dall'iniziale After I Was Thrown In The River è chiaro che gli Hundredth Anniversary sunonano una originale sorta di dream pop essenziale, dove i tempi sono dilatati, le ritmiche squadrate e tutto si fonda sulla perfetta dialettica tra la voce calma di Eleanor e due chitarre che intrecciano atmosferica energia e melodia. Quando poi - come nella successiva Pour - i ritmi si fanno più incalzanti ed emergono fitte trame jangly, l'album prende decisamente quota e non atterra più. Il resto è un sapiente alternarsi di momenti meditativi (la romantica malinconia di River Unwelcome, la ballata notturna I'm Dead I'm Dead), complesse spire di morbida sensualità (Knife, Lapsed), formidabili crescendo che spuntano dal nulla (End Of Summer, il capolavoro del lotto), e così via, in una coinvolgente altalena che in poco più di mezz'ora di musica mette una seria ipoteca su quale sarà l'album migliore dell'anno.
Sono dei fuoriclasse: non perdeteveli!
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