C'è una valigia accanto ad Hazel English nella bella copertina del suo EP di debutto Never Going Home. Immagine e titolo programmatici per una ragazza che a vent'anni ha deciso di lasciare l'Australia per stabilirsi dall'altra parte del globo, ad Oakland, California.
Nella valigia viola di Hazel c'è senz'altro un grande talento, a giudicare dalla qualità sorprendente dei cinque pezzi contenuti nell'EP.
Le prime note scampanellanti ed ipnotiche della canzone che dà il titolo a tutto il lavoro sono già un perfetto passaporto per il dream pop dinamico, incantevole e curatissimo della musicista australiana. La trama di chitarre e sinth che avvolge magicamente la voce di Hazel possiede una leggerezza ed un'eleganza fuori dall'ordinario, disegnando la rotta di un viaggio sonoro dagli orizzonti sfumati e suggestivi.
Una vera meraviglia, che negli episodi successivi si ripete con ritmi ed accezioni sempre leggermente diversi: la quiete apparente di Make It Better, mossa da un ritornello morbidamente micidiale; l'efficace dialettica tra freddezza e dolcezza nelle aperture melodiche di Control; il jingle jangle liquido à la Fear Of Men e l'onirica introversione di It's Not Real; l'essenziale nostalgia eighties di I'm Fine. Il tutto arricchito dall'impressione di una maturità di scrittura e di produzione già perfettamente a fuoco.
Un esordio da non perdere!
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