Non c'è dubbio che la Luxury Records sia, in questo momento, l'etichetta più interessante della scena indie pop svedese. Possiede nel suo roster artisti che hanno già sfondato come Westkust, Sun Days, Alpaca Sports, ma anche altri da cui ci aspettiamo molto come Alice B, School '94 e Holy Now.
A tenere alta la qualità della label tocca adesso agli Holi, sestetto di Goteborg che ha appena pubblicato Drifting On A Timeline, album di debutto che proprio debutto non è perchè la band - con al centro Ricky Sokhi - già aveva fatto un disco con il nome Happy Hands Club.
Le dieci canzoni dell'album rivelano fin da subito una notevole ambizione pop, basata da una parte su una forte immediatezza melodica e dall'altra su una produzione poderosa che riempie ogni possibile vuoto e cerca di creare delle architetture sonore colorate, dinamiche e lussureggianti. L'attitudine di fondo è quella di un dream pop levigato e reso appetibile anche per un pubblico più vasto, che parte dal riverbero delle chitarre e lo arricchisce via via di sinth, fiati, cori e ritmiche complesse.
Un gioco che riesce bene quando le canzoni, pure nella loro esuberanza, restano più compatte e misurate (Feel Nothing, Fail Nothing e Mediocrity sono i titoli migliori), mentre rischia qualcosa quando i toni si fanno più epici e rincorrono l'electro pop degli ultimi Coldplay.
Menzione d'onore per la splendida copertina.
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