E' stata una lenta ma significativa evoluzione quella degli spagnoli Linda Guilala. Riascoltando Bucles Infinitos, l'ottimo album con cui esordirono addirittura 9 anni fa, avrete l'impressione di una band fortemente radicata in un guitar pop luminoso, uptempo e dall'enorme potenziale melodico. Da allora la discografia di Eva, Ivan e Bruno è cresciuta con meditata calma, attraverso un paio di EP lunghi che infittivano e distorcevano il suono delle chitarre e uscivano a poco a poco dai canoni della tradizionale three minute song.
Psiconautica, che esce in questi giorni per la Elefant Records, sembra quasi il punto di arrivo di questo percorso artistico: il germe pop dei Linda Guilala resta ovviamente nel cuore di ogni pezzo (Cosas Nuevas e Accidente lo dimostrano con immediatezza), ma le gentili ed ipnotiche linee melodiche cantate dalla voce tenue di Eva emergono ora sempre da un agitato mare elettrico shoegaze. L'album, che alterna in modo quasi geometrico sketches atmosferici e canzoni più dilatate, ha in effetti il ritmo quieto ma inarrestabile della marea, che investe l'ascoltatore con poderose onde di feedback ma lo lascia sempre piacevolemente galleggiare sulle sue morbide, ampie ed intricate stratificazioni ritmiche e sonore.
I paragoni più ovvi vanno in direzione di Ride, My Bloody Valentine e Slowdive, ma questo in fondo vale per tanti gruppi che oggi si muovono entro l'orizzonte del noise pop (e in Spagna ce ne sono molti: gli Espiritusanto meritano una menzione speciale). In realtà i Linda Guilala percorrono una strada piuttosto personale, lavorando con indubbia bravura su ogni aspetto del proprio suono, dalle chitarre alla ritmica, dalla struttura all'utilizzo dell'elettronica, arrivando a cesellare un album che, nel suo genere, è praticamente perfetto.
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