In giro da anni nella scena di Boston, i Bent Shapes sono il prototipo della indie band con un QI superiore alla media. Ben Potrykus e i suoi tre compagni devono essere esattamente i tipi che, seduti al pub, hanno sempre qualcosa di originale da dire su qualsiasi argomento e sembrano sempre divertirsi un mondo. O almeno questa è l'impressione offerta da Wolves Of Want, che è il loro secondo album: una collezione di canzoni veloci e immediate, innervate da una trama guitar-pop brillante, colorata, ruvida ma mai tagliente, impreziosite dagli onnipresenti cori di Jenny Mudarri e da liriche allegramente verbose e citazioniste.
Dall'iniziale ritornello killer di New Starts In Old Dominion fino agli inaspettati e malinconici titoli di coda di Intransitive Verbs, i bostoniani infilano una potenziale hit alternativa dopo l'altra, con la leggerezza di chi sa perfettamente su quali pedali spingere e quando è il momento di cambiare ritmo. Ne escono episodi piacevolmente uptempo come 86'd in '03 e What We Do Is Public, numeri più ampi e strutturati come Realization Hits e momenti di graffiante dolcezza à la Pavement come Béton Brut.
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