03 giugno 2021

THALA - Adolescence ALBUM REVIEW


Berlinese ma cittadina del mondo, musicista totalmente autodidatta, busker di professione per diversi anni, THALA è al debutto assoluto sulla scena musicale e piazza senza colpo ferire quello che è il miglior disco dream pop del 2021 fino a questo momento. 

La passione per artisti come Beach House e Mazzy Star è dichiarata senza mezzi termini dalla musicista tedesca, e ovviamente se ne percepisce l'influenza nelle atmosfere dilatate e nei colori crepuscolari che tingono tutto il disco, così come nei riferimenti shoegazer (l'intro di takemeanywhere, le spirali strumentali di Weep). 

Se fosse solo per l'adesione a questi modelli, però, difficilmente si distinguerebbe la proposta di THALA da tante altre, e invece c'è decisamente una marcia in più quando la musicista unisce la trama jangly morbida e sognante delle sue canzoni ad un indubbio fascino vocale che a me ricorda uno strano e intrigante mix di Hazel English (che, volente o nolente, è uno dei fari luminosissimi del dream pop degli ultimi anni) e della sensualità di Lana Del Rey (Moonlight Shadows è da brividi in questo senso). 

C'è un forte potenziale alt-pop nei pezzi del primo album di THALA (Contradictions e Diditagain sono perfetti earworms pronti a catturare la vostra memoria), che lo rende in vero una creatura piuttosto strana nel panorama indie europeo: un efficace insieme di eleganza estenuata, di profonda e intelligente ricerca estetica e di accorata intima dolcezza, che in fondo va a pescare a piene reti tanto nel mondo sonoro degli '80 (i synth, le ritmiche) che in quello dei '90 (le chitarre, bellissime, sempre).

Uno dopo l'altro, i dieci episodi del disco ci portano in un mondo sfumato, baluginante e confortevole, dove è davvero bello lasciarsi trasportare dalla brezza melodica e naufragare. 

Un esordio spettacolare!

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