Michelle Hindriks e Tim Spencer da sempre hanno abbracciato l'idea di un post punk a cassa dritta, un po' dark wave e un po' ballabile, che sta a metà strada fra i Garbage, i Blonde Redhead, le Breeders e persino i Cardigans del loro periodo hype: muri di synth e chitarre, energia statica sempre al massimo ma imbrigliata da un basso pulsante e dalla batteria squadrata, la voce delicata ma graffiante di Michelle, una produzione che cura il suono in modo certosino e soprattutto un tiro che è potentissimo e trascinante quasi ovunque.
La torrenziale infilata iniziale Call me Silent, Won't Obey, Thinking Of You, Hear Me Out, Will I Ever Feel Again mette subito in chiaro l'ambizione della band di Brighton di muoversi in un territorio che sta fra goth, shoegaze e pop, senza fare concessioni ad una superficiale immediatezza ma al contempo centrando uno dopo l'altro dei chorus di grande catchyness.
Hold Onto You, che è l'unico momento di rallentamento introspettivo, notturno e sinuoso con il suo contorno di archi e la sua ritmica quasi trip hop, è un tocco di grandissima scrittura.

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