Quando, nel 2016, gli Allo Darlin' annunciarono ufficialmente il loro scioglimento dopo sei anni di piccoli grandi successi nella scena indie pop, dichiararono chiaro e tondo che l'amicizia fra di loro era più importante del comune "business" come band: insomma sarebbero rimasti in contatto, ma non avrebbero più suonato insieme.
Per un decennio hanno tenuto fede a quelle parole. Elizabeth Morris, che la band l'ha fondata dopo avere acquistato un po' per caso l'ukulele che sarebbe diventato così peculiare nel suo songwriting, si è spostata da Londra prima in Italia per insegnare inglese e poi in Norvegia per mettere su famiglia con il musicista Ola Innset. Bill Botting è tornato nella natia Australia. Michael Collins e Paul Rains sono rimasti in UK a vivere le loro vite.
Poi la pandemia ha reso più facili le relazioni a distanza e Zoom ha agevolato una reunion che evidentemente tutti e quattro desideravano. Qualche data nel '23 non ha che fatto capire che l'amicizia era rimasta intatta, ma che la band era parte stessa di quella amicizia.
Bene. Bright Nights è quindi il quarto album della band anglo-australiana, e riparte da un lato esattamente dove il discorso si era interrotto, mentre dall'altro mostra per forza un gruppo che per forza di cose non è più formato da ventenni spensierati, ingenui ed entusiasti.
La magia degli Allo Darlin' è sempre stata un mix straordinario di elementi: la scrittura limpida e riconoscibilissima e la voce rotonda e cristallina di Elizabeth, l'intreccio elettro-acustico, jangly e propulsivo delle chitarre, la dimensione narrativamente vitale delle liriche, l'adesione totale all'estetica twee, la semplicità e intelligenza melodica di ogni pezzo, l'impasto sonoro perfetto dei quattro membri della band, la capacità di farsi depositari di una intera tradizione indie pop senza darlo a vedere, con la sorniona nonchalance di chi sa di essere bravo ma più di ogni altra cisa si vuole divertire.
In Bright Nights c'è tutto questo, perché gli Allo Darlin' questo sanno fare e non se lo sono certo dimenticato. Non c'è la prodigiosa sfrontatezza melodica né lo spirito da gioiosi globetrotter dei primi due album, ma è scontato che sia così.
Nei dieci amabili, freschi ed equilibratissimi pezzi del disco emerge maggiormente quel coté folk che è sempre stato sotteso alla loro musica e che ora sta sempre ben in rilievo. Non a caso l'incipit dell'album non è affidato - come è stato nel passato - a dei pezzi più elettrici ed arrembanti, ma alla ballata acustica Leaves In The Spring, che risplende di un intimismo totalmente cantautorale e mostra, se ce ne fosse ancora bisogno, di quale finezza di tocco sia capace Elizabeth Morris.
Gli Allo Darlin' più "tradizionali" partono al minuto 1 di Tricky Questions, quando ritroviamo quel floreale carillon di chitarre jangly, basso e batteria che è stato sempre il marker stilistico della band.
My Love Will Bring You Home è forse il segno più evidente della "maturità" della band: è senz'altro il pezzo più incisivo dell'album, ed assomiglia più in verità al folk pop raffinato e limitatissimo dei Quivers che ai singoli uptempo un po' scanzonati dei primi album. Ad ogni modo è una canzone folk da brividi, commovente per quello che dice (è dedicata alle figlie di Elizabeth) e per come lo dice, memorabile non meno dei grandi classici della band.
Se vi aspettate che l'album acceleri sul pedale uptempo resterete delusi. Tutto, da Northern Waters in giù, manifesta una scrittura che appare davvero casalinga, intima e "familiare", quasi interamente in punta di plettro, dove l'unica sorpresa è la (bellissima!) voce di Bill Botting nella ballata quasi country You Don't Think Of Me At All e l'adorabile tenerezza twee tipica degli Allo Darlin' è affidata a pezzi di soffusa e innegabile bellezza come Cologne e Slow Motion e al folk in purezza di Bright Nights.
E' stato un piccolo miracolo questo ritrovarsi da amici / musicisti e, a dispetto del tempo passato, ci ha ribadito quanto la band anglo-australiana sia stata (sia!) una pietra miliare nell'indie pop, ancora capace di regalarci leggerezza ed emozioni.
Nessun commento:
Posta un commento