20 maggio 2024

The Day - The Kids Are Allright ALBUM REVIEW

Parlando del bellissimo debutto dei The Day, dal quale sono passati ben cinque anni, notavamo come la proposta musicale di Laura Loeters e Gregor Sonnenberg non fosse proprio facile da definire: poteva sembrare dream pop per molti versi, ma in fondo l'etichetta andava stretta alla loro levigatissima raffinatezza, che dentro nei canoni del genere stava decisamente poco comoda. 

Poco dopo un inizio più che incoraggiante, la pandemia ha inferto un colpo quasi mortale al duo tedesco/olandese: Laura e Gregor, già separati geograficamente, sono finiti separati come tutti, con la Loeters che si è trasferita ad Anversa da Utrecht proprio nel periodo di lockdown ed ha vissuto un periodo di solitudine che alla fine dei conti l'ha ispirata a scrivere nuove canzoni (quelle che ascoltiamo oggi).

La musica dei The Day resta inetichettabile: possiede indubbiamente la pulizia produttiva del pop internazionale (ora più ancora che agli esordi), ma si muove in una dimensione indie; punta molto sull'effetto suggestione e sulle trame delle chitarre come dream pop vuole, ma restando in una forma canzone che emerge soprattutto per l'eleganza dell'insieme, il fascino della vocalità di Laura e la morbida immediatezza melodica. Insomma, qualcosa che assomiglia un po' ai Wolf Alice e un po' ai nostri amati Bleach Lab, ma con una personalità forte che distingue Loeters e Sonnenberg da tutto quello che c'è in giro e che rimanda a un modo di intendere il pop ben poco contemporaneo (per fortuna) e piuttosto rivolto a un'epoca in cui canzoni come quelle dei The Day sarebbero finite a ciclo continuo nelle selezioni più cool di MTV. 

The Kids Are Alright è un album di sicura ambizione. Non che Midnight Parade non lo fosse, ma i The Day di oggi hanno lavorato davvero sodo non solo sulla scrittura - che era brillante già nel primo disco - ma soprattutto sulla forma, che è brillante, corrusca, rotondissima in ogni singolo istante dei dodici pezzi del lotto.

Ci sono momenti di grande presa: l'avvolgente vigore di Nemesis, il formidabile crescendo sinfonico di Parasite, la forza gentile e insieme inquieta di Hide, la sorniona perfezione melodica di Empty, la cover riuscitissima di Tenderfoot dei Lemonheads (che giustamente è la cosa più rock del disco), la liquida nostalgia di June, e infine l'emozione pura di Before, che chiude l'album con un sipario di lacrime e dolcezza. 

Sono bravi davvero Laura e Gregor. L'unico timore che mi pervade è che un progetto musicale così poco definibile nelle gabbie dei generi possa passare un po' inosservato: sarebbe veramente un peccato perché The Kids Are Allright è un album complesso, splendido, sorprendente. 

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