I madrileni Puzzles y Dragones, veterani del genere con almeno un album e diversi ep nell'ultimo decennio, sono senz'altro parte della lista, e ci sono anche in quella delle "band che nessuno conosce e che tutti dovrebbero ascoltare". Ai primi posti.
Recuerdos - così com'era Vuelven, che risale al 2017 - è un album talmente solare, tenero, coinvolgente, cantabile, leggero ed ottimista che a tratti è quasi commovente. Ci troverete undici canzoni una migliore dell'altra, perfette nella loro semplicità artigianale, caramelle jangly ripiene di zucchero e miele.
L'attitudine è la stessa di altri gruppi spagnoli che amiamo come i Neleonard o i maestri la Buena Vida: melodie di adorabile timidezza, elettro-acustiche, morbidamente midtempo, catchy in modo equilibrato ma inesorabile, affidate quasi sempre all'armonia delle voci maschile e femminile, profumate di un cantautorato gentile che non è lontano da quello dei primi Belle & Sebastian o dai The Reds Pinks & Purples, nobilitate da una scrittura (anche delle liriche) dal tocco magicamente leggiadro.
Uno dopo l'altro di succedono pezzi che sembrano abbracciarti con affetto sorridente: El Vacio Que No Se Puede Lenar, El Final De Mi Felicidad, Fantasia, Los Dias Sin Final - e potremmo continuare l'elenco - possiedono tutte una forza gentile che nel loro crescendo si fa danza e capriola e accende la luce dentro la malinconia.
Uno di quegli album che sanno curare tutti i tipi di ferite. Imperdibile!
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