18 aprile 2022

Sooner - Days and Nights ALBUM REVIEW

L'anno scorso abbiamo scoperto la voce di Federica Tassano nel disco di debutto del progetto Phantom Handshakes condiviso con Matt Sklar. Oggi la ritroviamo al centro di una band, i Sooner, nata a New York nel 2016, ma giunta soltanto adesso al proprio album d'esordio.

Stilisticamente siamo ancora dalle parti di un dream pop fatto di sole chitarre, scabro, essenziale e diretto (non ci sono synth e la produzione è davvero leggerissima) e al contempo molto raffinato nella scrittura e nella strutturazione di ogni pezzo. 

Se lo statuto stesso del genere consiste nel creare un effetto emotivo utilizzando le atmosfere create dagli strumenti e dal loro impasto con la voce e le liriche, i Sooner lo fanno alla perfezione, sia quando spingono i propri passi su strade più crepuscolari, apertamente malinconiche e sottilmente inquiete (Persona, Kingdoms), sia quando la medesima malinconia si spalanca su paesaggi più catchy e alla fine luminosi e liberatori (Thursday e Pretend), sia quando la delicata sensibilità vocale di Federica emerge come protagonista assoluta (Blue, nella sua narrativa complessità forse il momento più "forte" del disco). I quattro di Brooklyn sono bravissimi a creare una sorta di percorso circolare dentro ogni pezzo, ama anche tra un episodio e l'altro, offrendo all'ascoltatore una suggestiva sensazione di immersione totale (l'eco, lontana, è quella del dream pop seminale dei Cocteau Twins o delle Lush). E non deve essere un caso se in Portrait troviamo addirittura le parole di una delle più celebri e toccanti poesie di Eugenio Montale - Federica Tassano è in fondo ligure come il grande poeta - a sottolineare che i confini artistici disegnati dai Sooner sono senz'altro ampi e ambiziosi.

Nessun commento: