Dirò subito la verità: non c'è nulla che mi renda più felice di trovare una nuova band che suoni quel guitar pop spigliato e moderatamene uptempo che ti fa tenere il tempo con i piedi e ti cambia in positivo l'umore. Ecco perchè oggi sono particolarmente contento di parlare degli Hater, quartetto di Malmö che con You Tried piazza uno degli esordi sinora più interessanti dell'anno.
Non ci sono soluzioni particolarmente nuove nell'indie pop della band - che potremmo paragonare a quello degli Alvvays, dei Beverly o, per restare in Svezia, dei Westkust e dei Sun Days - ma questo non è certo un difetto. Come spesso accade con i gruppi scandinavi, quello che colpisce è la capacità di trovare equilibrio ed immediatezza e di spalmarli con nonchalance su tutti i pezzi, con una efficace commistione di melodia ed energia, incentrata sulle chitarre brillanti e sulla voce leggermente ruvida (e in questo senso perfetta) di Caroline Landahl.
L'infilata iniziale di canzoni - Carpet, Mental Heaven, Common Way - già di per sè è da applausi, ma il tiro continua imperterrito per tutto il resto dell'album, centrando un bersaglio dietro l'altro senza mai rallentare i ritmi se non nella più oscura, inquieta e "FearOfMeniana" Always To Get By e nella morbida e sognante You Tried.
Grandissimo album, da non perdere!
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