The Blue Swell è senza dubbio uno dei dischi indie pop di cui sentiremo più parlare nel corso del 2016. I Beverly, band di Brooklyn - capitale ormai riconosciuta dell'indie pop - hanno già un album alle spalle (Careers, del 2014) e si reggevano sulla diarchia Frankie Rose (Vivian Girls, Crystal Stilts, Dum Dum Girls) - Drew Citron. La Rose nel frattempo ha scelto vie artistiche diverse, così il marchio Beverly è rimasto alla ex compagna Citron, che ha imbarcato nel progetto il produttore/chitarrista Scott Rosenthal e ha lavorato per dare al gruppo un suono più immediato e levigato rispetto agli esordi, mantenendo ovviamente intatto il proprio cuore noise pop.
Il risultato della piccola rivoluzione in seno alla band ha in effetti portato i suoi frutti, perchè The Blue Swell, per ogni amante di quel genere che dai Jesus & Mary Chain e dallo shoegaze scende (o sale) fino al dream pop cristallino dei Pains Of Beeing Pure At Heart, sembra una sorta di manuale della sua musica preferita.
Se lo spettacolare singolo Crooked Cop (candidatura doverosa a canzone dell'anno!) a molti ha ricordato i Teenage Fanclub in versione femminile, grazie alla sua impeccabile orecchiabilità jangly, le altre nove canzoni del lotto non sono da meno, richiamando i Fear Of Men (l'algida inqueitudine di Lake House), i Breeders (l'iniziale Bulldozer), gli Alvvays (la più rallentata e avvolgente South Collins), i già citati maestri Pains (Kip Berman ha messo le mani su Victoria, e si sente), e ancora gruppi come Kid Wave e Westkust che abbiamo amato l'anno scorso.
Insomma, lungo tutti i 38 minuti di durata dell'album c'è davvero da godere senza sosta, in un paesaggio sonoro notturno illuminato da chitarre scintillanti e melodie di energica dolcezza.
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