22 aprile 2022

Bedroom Eyes - Sisyphus Rock ALBUM REVIEW

Nel celebre mito greco, Sisifo venne costretto da Zeus per l'eternità a spingere un enorme masso su per una montagna, per poi ogni volta vederlo rotolare giù e ricominciare da capo. A parte un pezzo vigoroso e velocissimo chiamato Sisifuzz, che riprende pari pari la leggenda, non ho ben capito perché Jones Jonsson abbia scelto una vicenda che simboleggia fatica e sconfitta per intitolare il suo terzo album - al di là dell'arguto gioco di parole "roccia di Sisifo / rock di Sisifo" - quindi evito congetture che si rivelerebbero avventate. 

Il musicista di Föllinge ha fatto intercorrere sette anni tra il formidabile debutto The Long Wait Champion e il seguito Greetings From Northern Sweden, e poi altri cinque per arrivare a questo Sisyphus Rock, come i precedenti concepito e partorito interamente nell'amato nord della Svezia, e come i precedenti pieno di quell'energia power pop che nonostante il passare del tempo sembra non avere affatto abbandonato le canzoni di Bedroom Eyes. 

Fin dall'iniziale Streaming My Consciousness Jonas mette in gioco tutto quello che sa fare da sempre: scrivere canzoni trascinanti e luminose, vigorose e gentili al tempo stesso, elettricamente catartiche. E non è un caso allora se un intero pezzo è dedicato a Paul Westerberg dei Replacements: a Bedroom Eyes piacciono senz'altro i pezzi uptempo e le chitarre fragorose, magari intervallate da momenti più intimisti come una One Of Those Things che sembra uscita dalle mani di Elliott Smith. E gli piacciono le melodie che sanno essere muscolari e catchy al tempo stesso, come quelle di Kim e Store Bla, in definitiva il suo vero e distintivo marchio di fabbrica

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