05 novembre 2022

Martha - Please Don't Take Me Back ALBUM REVIEW


Da ormai dieci anni i Martha sono una piccola ma fondamentale istituzione dell'indie britannico, forse in ordine cronologico i primi ad inaugurare quella significativa ondata di "punk gentili" che da queste parti seguiamo con passione instancabile.

Il power pop a trazione chitarristica della band di Durham ha subito una lenta ma sensibile evoluzione dalla sua apparizione sulle scene ad oggi, mantenendo un'impronta di fondo che risiede sicuramente nella entusiastica capacità di creare canzoni catchy ed energetiche, piene di hook scintillanti e ironia a pacchi. 

Nel loro quarto album, questo Please Don't Take Me Back, tutto sembra indicare una programmatica intenzione di mantenere alti sia i bpm che l'umore, e non deve essere un caso se il pezzo di apertura pretende a gran voce di avere un Beat Perpetual

Gli undici episodi del disco spingono sull'acceleratore come ci si aspetta e scorrono uno dietro l'altro in un meccanismo pop punk di studiata fluidità, con una sequenza di banger di tutto rispetto come Please Don't Take Me Back (due minuti di bollicine melodiche che esplodono come un tappo di spumante nel finale corale),  Irreversibile Motion (il plus è la morbidezza vocale di Naomi) e l'irresistibile Baby Does Your Heart Sink (dove c'è davvero lo stile Martha elevato all'ennesima potenza). 

Con, nel resto dell'album dei gioielli di più larga misura come I Didn't Come Here To Surrender, che sembra un gemellaggio con i Beths (i Martha degli antipodi, o forse sono i Martha ad essere i Beths del vecchio continente) e You Can't Have A Good Time All Of The Time, dove i Nostri mostrano la loro capacità di costruire a strati uno dei loro classici crescendo da cantare a squarciagola. 

I Martha appartengono a quella preziosa lista di band che trasmettono voglia di saltellare in giro per casa suonando la propria air guitar. Come non amarli!


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