ALBUM DEL MESE
Camp Cope - How To Socialise And Make Friends
Chitarra,
basso, batteria e la voce di Georgia Maq: questo sono le Camp Cope,
nude ed essenziali. Ma nel loro secondo album il risultato è sempre
superiore alla somma delle parti: tutte le nove canzoni del trio di Melbourne
hanno una forza espressiva travolgente, sono schiaffi e carezze,
caramelle e polpette avvelenate. Gli strumenti a tessere trame di grezza
delicatezza, a tratti quasi ipnotiche, con la sezione ritmica di Sarah Thompson e Kelly Dawn Helmrich sempre perfettamente a fuoco. Le pennate elettriche e il cantato di Georgia a spingere fin dove il fiato e le
corde vocali possono portare le sue parole.
Amaya Laucirica - Rituals
Quello di Amaya Laucirica non è un nome molto conosciuto nella scena indie, eppure l'artista australiana è in giro da dieci anni esatti e prima di oggi ha già pubblicato tre album (validissimi tutti, per altro), partiti dal folk e approdati col tempo ad un dream pop levigato, morbidamente psichedelico e gentilmente orecchiabile. "Rituals" per Amaya è la quadratura del cerchio della sua carriera: una raccolta di canzoni dai contorni ampi ed eleganti, terribilmente catchy dove serve e ricche di un suono rotondo e curatissimo, chitarre e synth a pacchi, che gettano con serena ambizione un ponte ideale (ma nemmeno tanto) tra l'immediatezza indie pop di oggi (Alvvays, Night Flowers...), l'immaginario eightees etereo dei Cocteau Twins e le dilatazioni crepuscolari degli Yo La Tengo.
GLI ALTRI ALBUM
Fuvk - Time Series
Nessuno conosce il vero nome della musicista di Austin, Texas che si nasconde dietro il nome Fuvk. Ma, in fondo, poco importa: il suo mini album è uno splendido ibrido di cantautorato intimista ed equilibrata sperimentazione indie, essenziale ed emozionante.
The Keep Left Signs - Tomorrow
Forse qualcuno si ricorderà degli svedesi The Electric Pop Group e del loro jangly pop semplice, elegante e malinconico. Dopo quasi dieci anni, dalle ceneri della band nascono The Keep Left Signs, e pare davvero che il tempo non sia passato. Indispensabile per chi non ne ha mai abbastanza di chitarre scampanellanti e melodie gentili.
Klass II - Klass II
Avete presente i Makthaverskan? Bene. La città, Goteborg, è la stessa. E pure l'etichetta, Luxury, è la stessa. I cinque Klass II picchiano esattamente come i più noti concittadini, con la medesima catartica e trascinante furia, poca forma e tanta sostanza.
Geowulf - Great Big Blue
Gli australiani Stark Kendrick e Toma Banjanin hanno tutto per avere successo: sono cool ma non se la tirano, e soprattutto hanno un pop-touch pazzesco. Le canzoni di Great Big Blue flirtano con il dream pop ma sono più che altro formidabili marchingegni catchy, variopinti di synth e chitarre, leggeri di una leggerezza solare e sensuale al tempo stesso.
Just Like Honey - Dreamland
Il nome della band, lo sapete, viene dai Jesus & Mary Chain, ma a parte qualche chitarra appena ruvida, i newyorkesi si muovono su altre strade e sunonano (bene) un indie pop educato, sognante, sempre piacevole, melodicissimo e quasi romantico.
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