Confesso di non essere mai stato un grande fan dei The Popguns, per quanto abbia sempre avuto un enorme rispetto per la band di Brighton. Mi sono sempre sembrati troppo "perfetti" per i miei gusti, e troppo legati ad un immaginario french-sixties che non mi fa impazzire. Pop Fiction, l'album di due anni fa che ha segnato il ritorno del gruppo dopo uno iato di vent'anni (sì, vent'anni) e che ha inaugurato la collaborazione con la mitica Matinèe Recordings, mi era sembrato un lavoro piacevole e raffinato - in perfetto stile The Popguns - ma non mi aveva rapito il cuore.
Non posso dire lo stesso per il nuovo Sugar Kisses, che invece - sorpresa sorpresa - mi fa davvero impazzire e si candida seriamente per diventare la mia colonna sonora ufficiale dell'estate. Il guitar pop brillante degli inglesi, pilotato con esuberante sicurezza dalle voci di Wendy Morgan e Kate Mander, non è cambiato, intendiamoci, ma è come se la band avesse mollato improvvisamente gli ormeggi e lasciato scorrere libera un'indole di gioiosa, dinamica e coinvolgente spontaneità che domina tutti i dieci pezzi del disco, nessuno escluso, con una propensione essenziale, diretta e senza fronzoli da esibizione live.
Difficile in effetti restare con i piedi fermi con i sorridenti e super orecchiabili uptempo di A Beaten Up Guitar, A Dream Of Her Own, Fire Away e Finished With The Past, in una infilata di pop songs di intelligente, energetica, sfrontata semplicità.
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