Parlavamo la settimana scorsa del ritorno degli Slowdive ed eccoci di nuovo a parlare di Slowdive, visto che Christian Savill - che degli Slowdive è da sempre il chitarrista - è anche l'anima dei Monster Movie. Verso il crepuscolo dei Mojave3, prima reincarnazione degli Slowdive nel loro iato creativo, Savill si era fortemente impegnato nella sua band personale, pubblicando dal 2002 al 2010 quattro album di buon livello, capaci di conservare in nuce l'attitudine shoegaze-pop delle origini e di ibridarla di volta in volta con cose diverse, in ultimo un po' di sobria elettronica.
Keep The Voices Distant arriva quasi inatteso, considerando l'hype che circola attorno al nuovo progetto Slowdive realizzato con il socio Neil Halstead, e rischia di essere messo in ombra da quest'ultimo. Indubbiamente sarebbe un peccato perchè, diaciamolo subito, il disco dei Monster Movie è assolutamente allo stesso livello qualitativo, e in più possiede una misurata leggerezza melodica che lo rende ancora più piacevole.
Rispetto al passato, Savill sembra aver deciso di riannodare i tanti fili che aveva cominciato a dipanare, conferendo al suono dei Monster Movie una compattezza stilistica finalmente definita: il muro sonoro è quello - morbido e poderoso al tempo stesso, stratificato di cori e riverberi - dello shoegaze di marca Slowdive e Ride, ma l'immediatezza di ogni episodio dell'album parla la lingua più diretta del dream pop di oggi. Lo testimonia anche la concisione dei pezzi e la loro urgenza di imprimere immediatamente linee melodiche semplici e quasi sempre molto ariose, come accade nella splendida e cantabile Going Backwards e nella quasi sigurros-iana In The Pines.
Da non perdere.
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