03 settembre 2022

Happy Accidents - cgwarmth ALBUM REVIEW

A due anni da Sprawling ritornano gli Happy Accidents di Phoebe Cross e Rich Mandell. I nomi dei due musicisti londinesi li conosciamo già bene, perché innanzitutto sono due quarti dei nostri amati ME REX, e poi per il fatto che Rich ha prodotto l'ultimo disco dei Fresh (che contengono non a caso i due quarti rimanenti).

I sette pezzi del disco emergono da una sessione di studio in cui Phoebe e Rich hanno concentrato (anche a livello di tempo) le loro forze per sviluppare qualche idea solo abbozzata. Il risultato mette insieme una programmatica idea di essenzialità ma anche - lo avevamo già notato per il precedente album - una grande intelligenza produttiva che lavora con perizia su ogni dettaglio.  

Rispetto alle band citate, che sembrano comporre un piccolo arcipelago artistico in cui i vari membri si scambiano expertise ed amicizia, gli Happy Accidents rappresentano il lato più intimista e delicato: meno chitarre elettriche più acustiche, synth quasi onnipresenti come elemento architettonico e non decorativo dei pezzi, ritmi e tempi distesi ed un approccio alla canzone che ama far emergere l'anima catchy (che è presentissima, in modo evidente soprattutto nell'adorabile Stay e nell'iniziale cantilenante e sognante Lighter) in modo più sfumato e meno diretto. L'alternanza e la compresenza delle due voci è l'altro fattore che costruisce in modo forte la personalità del duo: quella più aspra di Rich e quella sottile e graziosa di Phoebe si integrano alla perfezione e anche all'interno della stessa canzone offrono coloriture diverse e alla fine riescono ad integrarle (in Cry per esempio). 

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