04 luglio 2022

Healees - Healees ALBUM REVIEW

Basati a Parigi ma totalmente cosmopoliti nella formazione (un brètone, un americano, un belga e una svedese), gli Healees nascono grazie alla comune passione dei due chitarristi Bryan Quinn e Renaud Chauré per i pedali degli effetti ed evidentemente per il mondo post punk. 

Inevitabile dunque che la musica della band sia un trionfo di chitarre intrecciate, scampanellanti, sfrigolanti, riverberate, sature di elettricità ma anche di dolcezza melodica. La formula classica dello shoegaze è senz'altro ben presente nelle corde e negli amplificatori degli Healees. Ciò che può renderli interessanti oltre la ristretta schiera dei nostalgici dei My Bloody Valentine, è la loro capacità di superare i clichés e di cercare una strada personale che ha radici profonde nelle origini noise pop del genere, dai Jesus & Mary Chain ai Ride e ai primi Primal Scream e che vira volentieri verso territori dream pop. 

Gli otto pezzi dell'album (EP dicono loro, ma no, è un album) hanno quelle che, parere personale, sono le chitarre più belle che ho ascolto quest'anno: dinamiche, sfavillanti, liquide e avvolgenti, formalmente pulitissime nella loro rude morbidezza, motore inarrestabile attorno al quale gira tutto il resto e dentro il quale si fondono ritmiche e voci.