Il secondo EP di girlhouse è stato rilasciato in ottobre, quindi mi scuso in anticipo per il ritardo, ma faccio sempre fatica a stare dietro alle uscite degli artisti che non usano Bandcamp.
Fatta questa doverosa premessa, veniamo a quello che sembra a tutti gli effetti il lato B di The Girlhouse EP. Di Lauren Luiz e del suo grande talento abbiamo già detto in occasione del suo esordio, quindi saltiamo di netto le presentazioni.
Insieme alle canzoni del primo EP, i sei pezzi che troviamo qui formano una piena e compiuta identità stilistica che definisce ormai con chiara sicurezza la personalità artistica della musicista californiana d'adozione. Siamo nel territorio di un dream pop che gira sempre attorno a melodie molto immediate ma si costruisce su fondamenta di chitarre sature e synth, una proposta che muove senz'altro da una dimensione cantautorale da cameretta, ma è confezionata per un successo indie che dovrebbe essere dietro l'angolo (e sarebbe più che meritato).
I sei episodi del secondo EP sono forse meno esplosivi di quelli del primo (Happy Now è l'unico singolo super catchy del lotto, ma in definitiva è la densa e inquieta Concussion quello che lascia davvero il segno), però godono di una produzione più levigata e di una varietà maggiore. La scrittura di Lauren Luiz resta ovviamente sempre di qualità altissima e brilla ovunque di una sensibilità fuori dall'ordinario.
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