Non c'è dubbio che Bowerbirds and Blue Things sia il primo disco veramente molto atteso di questo 2025. Lo dichiariamo subito: è una bomba.
Il ritorno dei Jetstream Pony a cinque anni di distanza dal loro omonimo album d'esordio è esattamente quello che ci aspettavamo dalla super-band inglese: un trionfo di indie pop classico, elettrico e terribilmente immediato, dinamico e coinvolgente, perfettamente retrò e altrettanto perfettamente contemporaneo.
Beth Arzy, Shaun Charman, Kerry Boettcher, Tom Levesley e Mark Matthews (ultimo arrivato nel gruppo) hanno macinato talmente tanta musica nelle loro carriere che le canzoni sembrano scorrere come acqua fresca di una fontana zampillante dai loro strumenti. Provengono da storie diverse o contigue, hanno un'età, come si suol dire, ma insieme in questo loro progetto suonano come dei ventenni che hanno appena scoperto e messo a punto il loro stile peculiare e fremono di entusiasmo.
Sit and Wonder si intitola il primo episodio, e infatti già davanti a tanta bellezza non possiamo che sedere e rimanere a bocca aperta: la ruvidezza citaristica, le chitarre croccanti e l'andamento morbidamente squadrato è quello dei Bats, ma la voce di Beth ci fa rivivere soprattutto la vigorosa rotondità melodica dei suoi Luxembourg Signal (che ci mancano, tanto).
I Jetstream Pony portano avanti dalla loro fondazione una solida tradizione indie pop che si ancora direttamente alle origini nobili del genere, al C86, ai Jesus & Mary Chain, al post punk, ai gruppi più elettrici della Sarah e della Creation - in fondo alcuni di loro l'hanno vissuta in diretta - e nei loro pezzi si leggono in modo evidente quelle pagine di storia. Ciò che però tiene distante la band da una dimensione puramente nostalgica, come accennavamo poc'anzi, è la sua straordinaria forza: quella capacità innata di dosare gli ingredienti, togliere tutto quello che non serve e sintetizzare il proprio guitar pop rendendolo perfetto nella sua essenzialità. Il che, se ci pensiamo, è davvero il cuore pulsante del genere che amiamo, sin da quando è nato.
Tanti i pezzi che rendono indimenticabile l'album: la rotonda Bubblegum Nothingness, la più oscura The Relativity Of Nothing, la lunga incalzante ed ipnotica Bonanza 2 Tango Sierra, l'inquieto duetto fra Beth e Shaun di Only If you Want To, la trascinante Captain Palisade, il mesmerico jingle jingle di 3am, lo sfrigolante trionfo finale di Look Alive!.
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