E' il caso degli Harper, che sono in realtà un duo - o per meglio dire una coppia, visto che sono sposati - formato da Matthew e Sadie Groves, e che già da qualche anno si dedicano a costruire un indie pop slowcore di raffinata delicatezza, intimistico e arioso allo stesso tempo, radicato nel folk ma del tutto contemporaneo nelle soluzioni.
The Mother Root, primo vero album dei due di Leicester che segue un paio di ep, è una collezione di canzoni dallo stile decisamente coerente: la voce gentile di Matt che a tratti quasi scompare dentro un paesaggio sonoro in cui i cori di Sadie sono una brezza primaverile quasi impercettibile e al contempo piacevolissima; un impasto atmosferico di chitarre acustiche e jangly e synth che tiene tutto insieme con grande equilibrio; una ritmica che quasi in modo inaspettato è sempre mossa e piacevolmente dinamica.
I dieci episodi del disco vanno assolutamente vissuti tutti insieme, come se in fondo The Mother Root fosse un organismo perfettamente autosufficiente, il cui respiro ampio accelera e rallenta impercettibilmente. Bug Crusher è un timido ma potente anthem alternativo: partite da qui se siete incuriositi.
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