Uscito a pezzi da una lunga relazione, Matt ha confessato di avere riscoperto Songs From Northern Britain dei Teenage Fanclub - il disco più apertamente pop del terzetto scozzese - e di avere trovato dentro quel capolavoro assoluto non solo conforto umano, ma soprattutto l'ispirazione per le sue nuove canzoni.
E non è un caso già dall'iniziale spumeggiante Didn't Have To Try l'aria che si respira a pieni polmoni è quella leggera, frizzante e profumata di primavera dei Teenage più melodici.
Il tocco magico di Scottoline, ovvero quella capacità innata di inserire una delicatezza quasi twee dentro pezzi di onesto e robusto power pop, è alla sua massima espressione in ciascuno dei dieci episodi di questo Don't Look Back (titolo che è ovviamente un omaggio ai TF, ma a me piace pensare anche a Noel Gallagher): chitarre squillanti a profusione, armonie vocali, ritmiche amabilmente midtempo e una immediatezza catchy mai così micidiale come oggi.
Si succedono quindi senza soluzione di continuità perfette pop love songs di luccicante rotondità, impreziosite spesso e volentieri da una sezione di fiati che le rende ancora più limpide e solari. Beggin' For You è la canzone degli Hurry più bella di sempre. Parallel Haunting la segue a ruota. Little Brain potrebbe essere tranquillamente una outtake di Morning Glory degli Oasis...
Ascoltando la musica degli Hurry personalmente provo sempre un misto di benessere e di nostalgia. Il benessere viene dalla piena intelligente e sorridente orecchiabilità di ogni pezzo. La nostalgia - ma è una dolce nostalgia - dai ricordi dei magnifici Ninetees - l'indie dei college americani, l'ondata travolgente del brit pop - che Scottoline riesce a suscitare in ogni nota.
Un disco necessario, per chi ha vissuto quegli anni e per chi non ha potuto farlo.
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