26 novembre 2021

Jetstream Pony - Misplaced Words EP REVIEW

Una band come i Jetstream Pony, ne sono convinto, è davvero una benedizione per ogni amante dell'indie pop. E il fatto che, ad una distanza così breve dall'omonimo album di debutto, arrivi giusto oggi un nuovo EP (o mini LP, la dimensione è ibrida) è veramente un grande e inatteso regalo.

Beth Arzy, Shaun Charman, Hannes Mueller e Kerry Boettcher - li conoscete già, sono tutti musicisti con un curriculum pazzesco - continuano a incrociare le proprie strade musicali e hanno messo insieme in questo Misplaced Words sei nuovi episodi che scintillano di energia jangly, sfrigolano al punto giusto di elettricità e avvolgono con le loro morbide spire melodiche vocali.

Come già appariva chiaro dal disco uscito l'anno scorso, lo stile dei Jetstream Pony ha grandi somiglianze con quello degli straordinari Luxembourg Signal (l'altro gruppo di Beth Arzy), ma è decisamente più diretto e meno raffinato dal punto di vista formale. I riferimenti espliciti al post punk, al C86 e a tutto quello che è seguito sono i medesimi, ma i JS preferiscono un'essenzialità più ruvida e vagamente notturna, intessuta sempre di un efficacissimo dinamismo. In pezzi come l'iniziale Seven Days (ma gli altri seguono idealmente a ruota), accanto ad una tangibile inquietudine, emerge sempre un'immediatezza luminosamente cantabile che li rende irresistibili. 

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